La malattia di Osgood-Schlatter
Eziopatogenesi
La malattia di Osgood-Schlatter è un’apofisite inserzionale della tubertosità tibiale, molto comune negli adolescenti e soprattutto nell’ambito della popolazione sportiva giovanile impegnata in attività sportive che sottopongano il muscolo quadricipite a sollecitazioni dinamiche di notevole intensità. L’eziologia è verosimilmente dovuta quindi a microtraumi inserzionali ripetuti, che provocano una necrosi diffusa del nucleo ipofisario. Si registra una maggior incidenza nella popolazione maschile e nel 25% circa dei casi si presenta bilateralmente. Il suo periodo d’insorgenza è compreso tra i 10 ed i 15-16 anni ed i sintomi scompaiono al termine dell’accrescimento.
Clinica e diagnosi
Il giovane atleta lamenta dolore a livello dell’inserzione tibiale del tendine rotuleo sia nel corso, che dopo l’attività sportiva. La sintomatologia dolorosa può essere evocata richiedendo una contrazione del quadricipite contro resistenza soprattutto in catena cinetica aperta. Obiettivamente sono presenti dolore alla palpazione e gonfiore dei tessuti molli in, corrispondenza dell’apofisi tibiale. Spesso è riscontrabile un’ipotrofia del quadricipite. L’esame radiografico può rivelare una frammentazione a carico del nucleo ipofisario con la presenza di caratteristici segni a “colpo d’unghia”.
Trattamento
Occorre assolutamente evitare ogni attività che generi dolore, diviene quindi giocoforza necessario sospendere l’attività sportiva. E’ consigliabile intraprendere una terapia antinfiammatoria sia generale, che locale. Trovano buana indicazione ionoforesi, magnetoterapia e laser, sono invece controindicati gli US.
Riabilitazione e ritorno dell’attività sportiva
La malattia di Osgood-Schlatter evolve verso una guarigione spontanea, seppur in tempi lunghi dettati dalla fusione completa della tuberosità tibiale. Può talvolta residuare un’ipertrofia della tuberosità tibiale anteriore tale da richiedere, in età adulta, un’exeresi chirurgica. In ogni caso, una volta risolta, grazie ad un idoneo programma conservativo, si può cautamente riprendere l’attività sportiva, evitando però tutti quei movimenti come balzi, sprint, movimenti di cutting, che sollecitino eccessivamente il tendine rotuleo. E’ altresì consigliabile l’utilizzo di un tutore di scarico rotuleo.