Le fratture di radio ed ulna
Le fratture combinate di radio ed ulna rappresentano le cosiddette fratture biossee dell’ avambraccio. Il radio e l’una, ossia le due ossa lunghe che costituiscono l’avambraccio, si articolano distalmente tra loro e con le ossa della prima fila del carpo per formare l’articolazione del polso, mentre prossimalmente si articolano con l’omero per formare l’articolazione del gomito. Ogni frattura di questo tipo necessita di una diagnosi accurata basata sia sull’esatta locazione anatomica, che sulle caratteristiche morfologiche. In tal senso esistono diversi sistemi classificativi.
Fra la varietà delle fratture delle due ossa dell’avambraccio occorre segnalare:
- La cosiddetta “frattura di Monteggia”, che associa una frattura della diafisi ulnare e una lussazione della testa radiale;
- Le fratture del bambino, spesso incomplete, a «legno verde», o sotto-periostee. La loro prognosi è migliore ed il trattamento risulta più facile rispetto a quello dell’adulto (semplice immobilizzazione gessata se non esiste alcun spostamento);
- Le fratture reiterate, che sono frequenti nel bambino, in ragione della lentezza della consolidazione della frattura stessa.
Sintomatologia
Il soggetto in seguito a frattura biossea si presenta tipicamente con braccio addotto ed avambraccio semiflesso, pronato e sostenuto dalla mano opposta. L’impotenza funzionale è totale. Si può inoltre constatare un edema più o meno esteso dell’avambraccio.
Trattamento.
La riduzione di queste fratture è spesso difficoltosa e richiede una riduzione perfetta dei frammenti ossei. Alla riduzione segue una contenzione in gesso modellato con gomito flesso a 90° terminante alla base delle dita; la contenzione è a volte complementata con fili transossei. La consolidazione di tale tipo di fratture è sempre lenta e necessita di un’immobilizzazione di circa 8 settimane nel bambino e di 12 settimane nell’adulto. La prognosi funzionale dipende in gran parte dallo spostamento dei frammenti ossei e dalla qualità della riduzione.
Complicazioni
Le complicazioni immediate sono fortunatamente piuttosto rare e sono sostanzialmente rappresentate dall’esposizione del focolaio di frattura e dall’irriducibilità primitiva. Le principali complicazioni tardive o secondarie sono invece costituite da:
- Calli viziosi angolari
- Calli anomali con rotazione che limita la prono-supinazione
- Pseudoartrosi radiale e ulnare
- Sindrome di Volkmann[1]
La frattura di Colles
La frattura di Colles – o di Poteau-Colles, nome derivato da quello del chirurgo irlandese Abraham Colles (1773-1843)- è una frattura che interessa la metafisi radiale distale di maggior riscontro nei soggetti anziani e nella popolazione femminile. Questo tipo di frattura è al primo posto tra tutte le lesioni traumatiche scheletriche ed al terzo posto per incidenza fra le fratture dell’anziano (dopo la frattura vertebrale e la frattura del collo del femore). La frattura della metafisi radiale distale è spesso associata a frattura dell’apofisi stiloide dell’ulna. E’ importante ricordare che lo stesso meccanismo che nel soggetto anziano determina la frattura di Colles nel giovane causerà con maggiore probabilità la frattura dello scafoide, mentre nel bambino si verificherà con maggior frequenza una frattura del radio a “legno verde”.
Meccanismo patogenetico
La frattura generalmente avviene a causa di un trauma indiretto in seguito alla caduta sul palmo della mano con il polso in estensione.
Sintomatologia
La frattura di Colles oltra a generare dolore ed impotenza funzionale causa delle tipiche deformità del polso dovute agli spostamenti subiti dal carpo e dalla mano:
- deformità “a baionetta” del profilo frontale della mano rispetto all’avambraccio: deviazione radiale del carpo e della mano rispetto all’avambraccio;
- deformità “a dorso di forchetta” del profilo laterale del polso: la mano non si trova più sul prolungamento dell’asse dell’avambraccio, ma si dispone dorsalmente ad esso.
Trattamento
Il trattamento delle fratture di Colles consiste nella riduzione della frattura volta al ripristino dei normali angoli di inclinazione della superficie articolare distale del radio, seguita immobilizzazione in gesso per circa 30-35 giorni. Il trattamento delle fratture scomposte di Colles puo’ essere invece di tipo chirurgico e prevede l’introduzione di due o tre fili di Kirshner nella parte distale del radio. Tale tipo trattamento permette anche di evitare una scomposizione secondaria della frattura di Colles trattata incruentamente con sola immobilizzazione gessata del polso. Al trattamento chirurgico segue un’immobilizzazione gessata per circa 45 giorni, in generale i fili di Kirshner sono rimossi in anestesia locale dopo circa 6-7 settimane.
Complicazioni
Le possibili complicazioni comprendono:
- Interessamento del nervo mediano;
- Distrofia simpatica riflessa o sindrome di Sudeck;
- Deficit funzionale causato dalla riduzione della flessione della mano, dovuto a un consolidamento della frattura senza che sia stata ripristinata la normale angolazione della superficie articolare del radio;
- Pseudoartrosi della stiloide ulnare;
- Deformità residue;
- Instabilità, complicazione piuttosto frequente che si presenta in una percentuale compresa tra il 20 ed 30% dei casi.
[1] La sindrome di Volkmann, detta anche contrattura di Volkmann o contrattura ischemica di Volkmann, è una contrattura permanente della mano e del polso con conseguente deformità simile ad artigli della mano e delle dita, che rende l’estensione passiva delle dita stesse limitata e dolorosa. È più comune nei bambini