La distorsione delle dita

La distorsione delle dita della mano rappresenta un trauma di frequente riscontro nell’ambito di numerose discipline sportive, prima tra tutte la pallavolo, seguita dal basket, dalla pallamano, dalla pallanuoto e dalle arti marziali.  L’incidenza di questo tipo di trauma è andato aumentando nel corso degli ultimi anni  in discipline come la pallavolo  sostanzialmente in funzione di  3 fattori principali:

  1. La maggiore velocità della palla,
  2. Il maggior volume di ore di allenamento e di competizione;
  3. L’evoluzione della tecnica del muro.

Le strutture anatomiche insultate dal trauma distorsivo sono in genere  i legamenti collaterali delle articolazioni interfalengee situati sul versante interno ed esterno della capsula articolari.

Un caso particolare in quest’ambito è rappresentato dalla lesione del legamento collaterale ulnare (LCU), lesione molto frequente in ambito sportivo, specialmente negli sport da contatto,  nella pallavolo, nel rugby, nel pugilato, nella lotta, nel calcio ma soprattutto nello sci, da qui il nome “Skier’s thumbopollice dello sciatore”. Tale lesione è anche meglio conosciuta con il nome di “lesione di Stener”.

La lesione del LCU può essere  di tipo incompleto o completo.  In caso di lesione  incompleta, la terapia consiste nell’immobilizzazione tramite stecca gessata od ortesi in materiale termoplastico, confezionata sul paziente , da mantenersi per un periodo di quattro settimane.  Al contrario, in caso di lesione legamentosa completa  ( in tal caso l’aponeurosi dell’adduttore del pollice si interpone fra il legamento distaccato e la sua normale inserzione)  si rende necessario la risoluzione chirurgica, che prevede la  reinserzione del legamento collaterale ulnare, previa  sezione dell’aponeurosi dell’adduttore  che viene ricostruito a fine intervento. Nel caso in cui la  sutura legamentosa diretta non sia possibile,  la fissazione può essere fatta con tecnica del pull-out o con ancoretta, infine nel caso in cui  il legamento abbia  avulso un frammento osseo si ricorre all’uso di una minivite.

Le lesioni croniche del LCU implicano una notevole  instabilità articolare che provoca dolore e può condurre ad  alterazioni artrosiche, nei casi tardivi con avanzata artrosi degenerativa è indicata l’artrodesi o la sostituzione protesica.