La lesione del tendine rotuleo
Eziopatogenesi
Le lesioni tendinee di origine traumatica, sono in verità egli eventi traumatici piuttosto rari, in effetti la struttura anatomica dei tendini presenta un’altissima resistenza di rottura nei confronti di un carico meccanico, a questo inoltre si aggiunge un meccanismo di difesa estremamente efficiente. In pratica, nella maggior parte dei casi si tratta di lesioni acute da sovraccarico, che si verificano su di una struttura tendinea già di per sé minata da una tendinopatia degenerativa, che, di fatto, ha fortemente compromesso le capacità di tenuta strutturale del tendine stesso. Al di là di questo, è sempre comunque possibile il verificarsi di una lesione tendinea, sia di tipo parziale, che totale, in seguito a trauma diretto, come nel caso di un corpo contundente che colpisca un tendine in tensione. Tuttavia, sempre a questo proposito, occorre sottolineare come la maggior parte delle rotture totali avvenga su di un tendine che non si è mai precedentemente manifestato clinicamente. Al contrario, le rotture di tipo parziale, si verificano molto più frequentemente negli sportivi già da tempo sofferenti di tendinite cronica. Nello specifico, la lesione traumatica del tendine rotuleo, non fa eccezione a questi principi generali perché quest’ultima si verifichi, è infatti necessario che il meccanismo di tipo lesivo sia particolarmente violento, come nel caso di un salto verso basso effettuato da notevole altezza, oppure nel corso di una contrazione particolarmente intensa e subitanea del quadricipite femorale, soprattutto nel caso in cui l’articolazione del ginocchio si trovi in posizione di massima flessione.
Vi sono inoltre delle condizioni che assumono un vero e proprio ruolo di causa predisponente alla rottura che si possono sintetizzare come segue:
- Tendinopatie croniche inserzionali del tendine rotuleo.
- Apofisite del polo rotuleo inferiore in età adolescenziale (malattia di Sinding-Larsen-Johansson).
- Utilizzazione del tendine rotuleo per ricostruzione di LCA.
- Eccessivo utilizzo di corticosterioidi.
- Abuso di steroidi anabolizzanti.
Clinica e diagnosi
Il soggetto riferisce una sintomatologia dolorosa molto acuta preceduta da una sensazione di “schiocco” e seguita da un’immediata impotenza funzionale. Alla palpazione è percepibile una depressione nella zona sottorotulea, associata ad una dislocazione verso l’alto della rotula. Negli adolescenti è indicato un esame radiografico al fine differenziare la lesione del tendine rotuleo da una possibile avulsione ossea. Tuttavia solamente l’ecografia e la RM possono confermare con certezza la diagnosi, quantificare esattamente il danno in caso di rottura parziale e costituire un affidabile strumento di controllo del processo riparativo.
Trattamento
Il tipo di trattamento è esclusivamente chirurgico e prevede una sutura accompagnata da un’immobilizzazione con tutore fisso, con arto in estensione, per un periodo di tre settimane, alle quali normalmente segue un secondo periodo di tre settimane in articolarità progressiva.
Riabilitazione e ritorno dell’attività sportiva
Per ciò che riguarda la piena funzionalità, soprattutto se nel modello prestativo della disciplina praticata sono previsti movimenti esplosivi di estensione dell’arto inferiore, occorre attendere i tempi biologici di riparazione, che sono di circa sei mesi, anche se la corsa, seppur a ritmi molto blandi, può essere intrapresa, all’incirca, già tre mesi dopo la data d’intervento.