Rottura del tendine di Achille
La rottura del tendine di Achille può verificarsi per:
- Trauma diretto (ferite da taglio, da punta…);
- Trauma indiretto (frequenti in sport quali sci, atletica…);
- Rottura spontanea ( conseguente ad una patologia degenerative o da microtraumi).
Sintomatologia
In caso di rottura il paziente riferisce di un evento traumatico con improvvisa sensazione di colpo o schiocco a livello del tendine stesso associato a dolore. A livello della zona lesionale si evidenzia una sorta di avvallamento più o meno evidente associato ad un’interruzione della continuità del profilo tendineo, l’articolarità attiva del piede è ridotta ed il movimento articolare provoca sintomatologia algica. Talvolta il paziente riesce a camminare autonomamente. .
Diagnosi
La diagnosi clinica si basa sulla palpazione della struttura tendinea e su alcuni test specifici (test di Thompson) che possono essere completati da un esame ecografico o da uno studio RMN. La flessione plantare al test di Thompson non sempre appare francamente alterata sia a causa della continuità di alcune fibre , che della guaina ed anche per l’aiuto meccanico dato da altre strutture muscolari, in particolare dal tibiale posteriore.
Terapia
Il trattamento conservativo, consistente in un lungo periodo di immobilizzazione, comporta un alto rateo di ri-rotture e pertanto, soprattutto in soggetti giovani ed attivi, viene fortemente consigliata la risoluzione chirurgica. In quest’ambito l’intervento di elezione è rappresentato dalla tenoraffia, che può essere effettuata con varie tecniche. Nei casi di perdita di sostanza, possono essere utilizzate come rinforzo, componenti tendinee autologhe o strutture biocompatibili.
Il trattamento post-operatorio.
All’atto chirurgico segue una prima fase d’immobilizzazione gessata o di tutorizzazione con piede atteggiato in flessione plantare alla quale segue un periodo di FKT specifica basato su mobilizzazione attiva e passiva associata a rinforzo dell’unità muscolo tendinea. Particolare attenzione deve essere posta nell’evitare l’instaurarsi di fenomeni di fibrosi riparativa che potrebbero alterare il meccanismo di scorrimento tendineo. La ripresa dell’attività sportiva dipende dalle caratteristiche del modello prestativo di quest’ultima.