Fratture di bacino

 

Il bacino è anatomicamente formato da tre ossa – ileo, ischio e pube – tra loro saldate e rappresenta la struttura anatomica di collegamento tra la colonna vertebrale  e gli arti inferiori. Il bacino contiene gli organi sessuali, intestinali, le vie urinarie, oltre a strutture nervose e vascolari di estrema importanza.

Eziopatogenesi
I meccanismi lesivi che con maggior frequenza possono causare la frattura del bacino sono rappresentati dai traumi ad alta energia tipici degli incidenti automobilistici. Le fratture di bacino rappresentano dal 5 al 7% di tutte le fratture e possono presentare complicanze estremamente gravi.

Classificazione
Le fratture di bacino vengono classificate in tre diversi gruppi in funzione della loro stabilità: 

Fratture stabili (gruppo A).
Le fratture appartenenti a questo gruppo sono fratture stabili, in quanto o non interrompono l’anello pelvico (avulsioni della SIAS, della SIAI, della tuberosità ischiatica; fratture trasversali basse del sacro e del coccige; fratture della cresta iliaca) oppure lo interrompono solamente a livello del suo  versante anteriore ma sono comunque composte (fratture delle branche ileo-ischio-pubiche dell’anziano).

Fratture instabili in senso rotatorio (Gruppo B).
Sono fratture in cui l’anello pelvico è  rimasto perlomeno parzialmente integro, pertanto tali fratture  sono stabili in senso verticale e instabili sul piano orizzontale. Di queste fratture si distinguono 3 diversi sottotipi.

Lesioni ad instabilità totale (Gruppo C).
Nelle lesioni appartenenti al gruppo  C si ha una lesione completa dell’anello pelvico , da questa situazione deriva un’instabilità sia rotatoria che verticale. In questo tipo di fratture si ha la risalita dell’emipelvi frequentemente associata a lesioni  del plesso lombosacrale. L’instabilità  verticale è spesso indirettamente confermata dalla frattura dell’apofisi trasversa di L5. Anche il gruppo C si divide in diversi sottogruppi.

 

Trattamento in urgenza 

Il  trattamento in urgenza delle fratture di bacino coinvolge più specialisti che debbono prendere in carico la cura dello shock, le perdite ematiche, le eventuali lesioni d’organo e vascolari associate. Imperativo nel trattamento in urgenza è il ripristino dei diametri pelvici ed il tamponamento di eventuali emorragie interne. In particolari casi la fissazione esterna trova indicazione in urgenza per complicanze che richiedono una rapida stabilizzazione.

 

Trattamento definitivo

In questa fase  il fissatore esterno può essere sostituito con una sintesi interna rigida, che presenta il vantaggio di offrire  una maggiore riduzione ed una maggiore stabilità,  unitamente ad un minore ingombro, un minor tempo di guarigione ed un minor rischio di recidiva della diastasi sinfisaria. L’osteosintesi interna rigida (anteriore e/o posteriore) trova indicazione in alcuni particolari tipi di frattura.  A consolidazione avvenuta è di fondamentale importanza che il paziente intraprenda un consono programma riabilitativo.