Lussazione di gomito

Per “ lussazione di gomito” s’intende la perdita dei normali rapporti tra i segmenti ossei che costituiscono l’articolazione stessa. Tale tipo di  quadro patologico viene denominato  anche “d’instabilità semplice”, per differenziarlo da quello “d’instabilità complessa” rappresentato dall’associzione di una frattura-lussazione. L’articolazione del gomito deve la sua stabilità a strutture sia di tipo osseo che legamentoso. Le strutture ossee deputate alla sua stabilità sono la coronoide e l’oleocrano, mentre quelle legamentose sono rappresentate dal legamento collaterale esterno (LCE) e dal legamento collaterale interno (LCI). Coronoide, olecrano, LCE e LCI rappresentano gli stabilizzatori primari dell’articolazione del gomito, mentre altre strutture anatomiche  come il capitello radiale, la capsula articolare ed alcuni muscoli, pur partecipando alla sua stabilizzazione, vengono di fatto classificate come stabilizzatori secondari. La lussazione di gomito è molto frequente e nella maggior parte dei casi è posteriore, ossia durante la meccanica del trauma l’ulna si sposta posteriormente rispetto all’omero. La meccanica che può condurre alla lussazione è in genere rappresentata da una caduta sul palmo della mano atteggiata a difesa con il gomito leggermente flesso. In caso di lussazione Il paziente presenta deformità al gomito, lamenta dolore intenso ed è impossibilitato ad eseguire qualsiasi movimento.

Il trattamento

Il trattamento in urgenza consiste nella “riduzione” della lussazione, manovra grazie alla quale i segmenti ossei vengono riportati nella loro corretta posizione anatomica. La manovra di riduzione può essere effettuata solamente dopo avere eseguito un esame radiografico che escluda la presenza di fratture e confermi, ovviamente, l’avvenuta lussazione. E’ consigliabile, a differenza di quanto invece non avvenga per lussazioni che coinvolgano altre articolazioni, eseguire la manovra di riduzione in narcosi, al fine di controllare la funzione residua dei legamenti attraverso specifiche manovre (test di stabilità) che permettano di decidere  il trattamento maggiormente  indicato.

Nel caso in cui la funzione legamentosa sia parzialmente conservata ed il gomito non mostri una tendenza a  lussarsi nuovamente con il movimento, si potrà adottare un trattamento conservativo, che consiste in  una breve immobilizzazione in gesso ( della durata di 1-2 giorni) seguita dalla applicazione di un tutore articolato che permetta di eseguire precocemente i movimenti di flesso-estensione. Il tutore viene rimosso in maniera definitiva  dopo 5-6 settimane. Al contrario, nel caso in cui la funzione legamentosa sia completamente compromessa ed il gomito tenda a lussarsi spontaneamente o con il movimento, diviene necessario  un intervento chirurgico di ricostruzione legamentosa. L’intervento chirurgico è indicato anche quando la lussazione è di tipo “irriducibile” ossia nel caso in cui dei  frammenti cartilaginei o dei tessuti molli (legamenti, tendini, muscoli) si posizionano all’interno dell’articolazione, impedendo alle strutture ossee lussate di poter ritornare in  posizione anatomica .

Le complicazioni

Le complicanze più frequenti sono:

  1. Lesioni vascolari e nervose acute,  d’incidenza molto rara ma estremamente gravi;
  2. La rigidità post-traumatica;
  3. La neuropatia del nervo ulnare.